Autore di culto in Cina, che la prematura scomparsa ha contribuito a far conoscere oltre i confini patrii, oggi in Italia grazie a Carbonio, Wang Xiaobo (1952-1997) racconta la Rivoluzione Culturale attraverso la prospettiva del suo alter ego Wang Er, protagonista de L'età dell'oro che il lettore segue ventenne nello Yunnan, ritrova trentenne, sposato e docente universitario, e infine quarantenne rientrato in Cina dopo un periodo all’estero.
Tra vicende personali e microstorie drammatiche, sullo sfondo un'epoca che solo lo storico potrebbe tratteggiare, l'autore costruisce un romanzo che "riflette sulla memoria, storica e personale, e sui modi di restituirla per iscritto."
Acutamente Sullam annota l'abilità di Xiaobo sia nel gestire il racconto autobiografico, alternando "umorismo non scontato" e riflessione filosofica, sia nel muoversi "tra verità («è tutto realmente accaduto») e immense potenzialità della rielaborazione finzionale, che finisce per essere una realtà alternativa."
Con la traduzione di Alessandra Pezza e la curatela di Patrizia Liberati.
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