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Lino Brunetti, per Buscadero, su Henry Wise

Immagine del redattore: Costanza CiminelliCostanza Ciminelli

"Un libro che si legge d'un fiato": come non partire da questa chiusura, sintesi e auspicio di ogni attività di promozione stampa di un romanzo di genere, e certo di ogni giallista, essendone il cronotopo il dispositivo centrale.

La recensione di Brunetti è splendida anche nel porre l'accento sulle atmosfere e sul talento narrativo di Wise, che risolve la vicenda poliziesca nelle ultime cinquanta pagine, solo dopo aver condotto il lettore nei territori senza futuro del Sogno Americano,

"universo livido, agghiacciante, razzista e violento, dove anche i rapporti fra le persone sono viziati da menzogna, egoismo e calcolo personale, come se ci fosse una sorta di maledizione a incombere su tutti, tenendoli legati a colpe risalenti alla notte dei tempi".


La Virgina rurale raccontata di Wise, inesorabilmente trumpiana, di holy non ha proprio nulla.


Tradotto da Olimpia Ellero, Holy city è pubblicato in Italia da Carbonio.


Recensione integrale:


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