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Franco Pezzini, per Carmilla, su Hope MirrLees

  • Immagine del redattore: Costanza Ciminelli
    Costanza Ciminelli
  • 10 ott
  • Tempo di lettura: 1 min

Recensire le recensioni, quando particolarmente efficaci, è operazione complicata e inutile. Meglio leggerle: maggiore la soddisfazione, minore il tempo.


Di questa magnifica pagina di Franco Pezzini, per uno dei pochi periodici online di

resistenza culturale, si preferisce riportare qui l'incipit, che colloca e insieme qualifica l'opera in modo mirabile:

“Ho visto edizioni di Lud nella Nebbia che lo definiscono una parabola appena velata della lotta di classe” scrive Gaiman. E prosegue: “Se fosse stato scritto nel 1960 sarebbe stato sicuramente considerato un romanzo sull’espansione mentale. A me sembra che sia soprattutto un libro sulla riconciliazione, sulla ricerca di un equilibrio nell’intreccio tra profano e meraviglioso. Dopo tutto abbiamo bisogno di entrambi."

Con l’etichetta “fantasy” è uso catalogare una serie di tipologie narrative nel linguaggio – a dirla con Todorov – del meraviglioso, cioè su mondi e situazioni dove non varrebbero le regole della nostra realtà (...). E via illuminando.


Altro che fantasy. E, ad ogni modo, c'è fantasy e fantasy.


Pubblicato da Cliquot per Fantastica, la collana dedicata al fantastico da riscoprire, Lud nella nebbia è stato tradotto da Lucrezia Pei, con illustrazioni di Gaia Eloe Cairo.

Disponibile nella doppia versione Classica brossurata e Deluxe cartonata a tiratura limitata. E a proposito di confezione, come ricorda Pezzini: "l’edizione è bellissima, raffinatamente illustrata, e c’è anche una deliziosa cartina a orizzontare i lettori".


Recensione integrale:


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