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Michela Marzano, per Robinson, su Fabrice Tassel

  • Immagine del redattore: Costanza Ciminelli
    Costanza Ciminelli
  • 16 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Un noir esistenzialista d'autore, una riflessione sulla violenza di genere, uno spaccato di provincia, un'indagine intima dei delicati equilibri che regolano la vita di coppia, inesorabilmente segnata da prevaricazione e abuso.

Questo e molto più nel nuovo, avvincente thriller del bretone Tassel.


Ce ne parla con l'usuale sensibilità letteraria e psicoanalitica la filosofa e scrittrice Michela Marzano, che del testo evidenzia la poliedricità: "ritratto della società odierna dove le relazioni si sgretolano tra incomprensioni, silenzi e compromessi", ma anche "inchiesta piena di colpi di scena", e infine "riflessione sulla difficoltà di comunicare e costruire legami autentici."


In tutto questo, gli uomini ne escono gravemente sconfitti se, come suggerisce il titolo del romanzo sembrano uomini, ma si rivelano del tutto privi delle doti minime necessarie: lealtà, affidabilità, razionalità, umanità, e in compenso campioni di vigliaccheria, viltà, egoismo. Siamo oltre il patriarcato. E siamo molto oltre l'usuale romanzo di genere, avendo Tassel costruito "un noir atipico e intrigante, che esplora le tensioni del nostro tempo e (...) mostra quanto ingannevoli possano essere le apparenze e difficile stabilire la verità".


Tradotto da Francesca Bononi per Carbonio Editore.


Recensione integrale:


Ulteriori informazioni:

Carbonio Editore:




 
 
 

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