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Carmelo Claudio Pistillo, per Libero, su Guy de Maupassant (e Bruno Nacci)

Immagine del redattore: Costanza CiminelliCostanza Ciminelli

In deroga alla regola autoimposta di citare nel titolo del post i soli autori - della recensione, e del testo recensito -, la menzione del traduttore Bruno Nacci è doverosa, giacché è lui, quanto il maestro francese, a brillare in questa magnifica pagina di Pistillo.


Non paia un ordinario tributo al professionismo: primo, perché quello dei traduttori è usualmente trascurato; secondo poi, perché questo testo "è un gioiello che rende al meglio il talento narrativo dello scrittore francese nello smascherare fragilità e basse ambizioni".

La traduzione di Nacci, già traduttore tra gli altri di Flaubert e Pascal, nobilita il testo "con assoluta competenza letteraria", restituendo in una lingua a noi prossima il passo del "toro normanno".

E se la modestia è la firma dell'eleganza, non sorprende l'understatement di Nacci, che riduce la complessità dell'impresa a corretta postura: "Tradurre Maupassant non è difficile, basta assecondarlo nel suo gusto per le frasi secche, a tratti ellittiche, che affondano con spietatezza nel fondo dell'essere umano". Touché(s), verrebbe da dire.

La novella L’eredità amplia lo spunto narrativo del racconto breve Un milione, pubblicato nel 1882 sul quotidiano “Gil Blas”; la nuova edizione a cura di Carbonio ripropone entrambi i testi, permettendo al lettore di porre a confronto le due versioni.


Recensione integrale:



Ulteriori informazioni:

Carbonio Editore:



 
 
 

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