Eleonora Ciaffoloni, per L'identità, su Éric Chevillard
- Costanza Ciminelli
- 25 ott
- Tempo di lettura: 1 min
E se l'Aldilà non fosse come di solito immaginato e rappresentato?
Santo cielo!
Perché "leggere [questo testo] significa attraversare un confine (...), e in questo trapasso ci sono svariate domande, un nuovo presente, un nulla che poi un nulla non è".
Breve, ma incisiva recensione del nuovo romanzo del maestro francese dell'ironia esistenzialista, Éric Chevillard, noto per la sua predilezione per il pastiche ludico-filosofico, pubblicato in Italia da Prehistorica Editore che gli ha dedicato un'intera collana, la preziosa Chevillardiana.
Non solo un semplice, originale divertissement, ma una colta riflessione sul destino dell'uomo, dato che gli interrogativi che agitano l'ordinario protagonista Albert "potrebbero essere esattamente quelli di chi legge: molto probabilmente non lo sono le risposte spiazzanti, tutte di penna dell’autore che non offre mai certezze: capovolge la prospettiva, alterna momenti di tenerezza e commozione a quelli di ironica lucidità".
Autore prolifico e tradotto ovunque nel mondo, Chevillard è oggi finalmente anche in Italia, grazie all'iniziativa di Prehistorica editore, realtà editoriale nata per riscoprire e promuovere la cultura letteraria francese, attraverso quattro collane specializzate.
Recensione e intervista integrale:
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