"Pubblicato nel 1845, ed ora riproposto da Carbonio nell'ottima versione di Margherita Carbonaro, autrice anche di una bella prefazione, il racconto esalta la grandezza della natura che si manifesta nell'apparentemente piccolo (...) - «l'alitare dell'aria, il mormorio del ruscello (..), il rinverdire della terra, lo splendore del cielo». Sensazioni che Stifter trasferisce con entusiasmo anche nei suoi quadri in una fase iniziale in cui si dedica alla pittura ricreando un'aura d'incantata, magica immobilità."
Con queste parole e una ricostruzione accurata e fedele della vicenda editoriale del testo, della biografia, dell'esperienza letteraria e artistica del suo eclettico autore, Forte conduce il lettore alla scoperta di Adalbert Stifter, considerato uno dei massimi scrittori austriaci dell'Ottocento, poco conosciuto in Italia. Fu anche pedagogo e pittore.
Tra le sue opere, i romanzi "L'estate di San Martino" e "Witiko" e le novelle riunite in "Studi", di cui fa parte il mirabile racconto "Il vecchio scapolo" oggi ripubblicato da Carbonio.
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