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Lara Ricci, per la Domenica de il Sole 24 Ore, su Marie NDiaye

  • Immagine del redattore: Costanza Ciminelli
    Costanza Ciminelli
  • 31 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 apr


Un pezzo maestoso sull’ultima novità di Prehistorica Editore, il romanzo La Strega di Maríe NDiaye (traduzione di Antonella Conti), pubblicato in Francia nel 1996.

Qualche parola su autrice e libro.

NDiaye è tra le scrittrici d’Oltralpe più autorevoli ed energiche degli ultimi trent’anni, all’attivo una ventina tra romanzi (in prevalenza) e racconti, nonché escursioni notevoli nella drammaturgia.

Il suo testo d’esordio, Quant au riche avenir (1985; Il pensiero dei sensi, 1993), è stato pubblicato con l’endorsement di Marguerite Duras e dell’agente Jérôme Lindon. Da allora NDiaye ha inanellato un successo dopo l’altro, vincendo, nel 2001, con Rosie Carpe (Fuori stagione, 2007), il Prix Féminae e il Goncourt nel 2009, con Trois Femmes puissantes (Tre donne forti, 2011), diventando la prima donna afrodiscendente a ottenere il massimo riconoscimento letterario francese.


La cifra di NDaye è quella di fare presa sul reale senza però rinunciare all’inquietudine del romanzo fantastico, che il reale lo mette in crisi e del reale dubita profondamente. 

La storia raccontata nel romanzo La Strega è quella di Lucie, una donna con il ‘dono’ della chiaroveggenza, che nella sua famiglia si tramanda di generazione in generazione per linea di madre. Le sue facoltà divinatorie, però, sono nettamente inferiori sia a quelle delle figlie – che ne fanno un uso spericolato e opportunistico –, sia a quelle dell’espertissima madre, e la società della performance non fa sconti a nessuno, neanche a una fattucchiera, pur senza particolare genio. Così che Lucie, già ferita da una situazione coniugale complicata, avverte ancora di più un senso di emarginazione. 

La Strega non è dunque una favola, quanto piuttosto una narrazione realista abitata dalla magia. NDaye racconta il fallimento, la solitudine, l’esclusione femminili dentro e fuori le mura di casa, ma il fatto che la divinazione non salvi non è una ragione per non lottare. 


Recensione integrale:


Maggiori informazioni sul testo e sull'autore:


 
 
 

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